Il 3 aprile 1077 nasceva lo Stato Patriarcale di Aquileia, un’istituzione che rappresentò per quei tempi un esempio unico di democrazia anche grazie alla fondazione, nel 1231, del Parlamento del Friuli, una delle più significative istituzioni politiche del tempo nella penisola italiana.

Il Parlamento della Patria è un istituto di governo adottato dai patriarchi a partire dalla seconda metà del XIII secolo (ma il primo atto rimastoci è del 1231). L’assemblea comprendeva rappresentanze dei centri principali, che occupavano la porzione laica dei seggi, unitamente al clero e alla nobiltà. Le funzioni di governo demandate al Parlamento riguardavano la difesa, organizzata su base comunitaria, la fiscalità e, in parte, l’amministrazione della giustizia. L’insieme delle leggi emanate dal Parlamento costituirono il fondamento delle Costituzioni della Patria del Friuli. La prima raccolta di questo codice di norme, che avrebbe regolato la convivenza friulana nei secoli a venire, risale al patriarca Marquardo di Randeck (1365-1381).

Il corpus delle leggi fu periodicamente rinnovato nei secoli successivi. Con l’avvento della Dominante, larga parte delle prerogative del Parlamento furono assorbite dalle magistrature centrali dello Stato veneto, svuotandolo, di fatto, di funzioni. Tuttavia, anche in ragione della portata simbolica delle riunioni dell’assemblea per una società fortemente segmentata per ceti, la sua attività proseguì fino all’avvento dell’amministrazione francese nel 1805, che lo sciolse in quell’anno.

 

Oggi 3 aprile, sotto un sole splendente, sventolano le bandiere!