a cura di Riccardo Grizzo.
Jessica Canton: tempo di bilanci all’approssimarsi della fine del primo mandato, considerazioni sul futuro di Fiume Veneto

Siamo all’inizio del nuovo anno e, ormai, lo scorso è passato come il suo primo mandato. Sono stati mesi duri, con insidie sparse ovunque, ma anche con momenti felici e comunitari. Come si sente dopo questi cinque anni e pensa di aver fatto tutto quello che voleva fare?

Nel 2018 abbiamo presentato – io uso raramente il singolare – un programma con vari punti. Ad oggi, quel programma, siamo riusciti complessivamente a portarlo a termine. Tuttavia, siamo riusciti a fare di più, perché, quando si amministra sul serio, si scoprono e si toccano con mano esigenze del territorio ulteriori. I primi cinque anni ci hanno permesso non solo di acquisire una forte esperienza e implementare le nostre competenze, ma anche di aver riassestato, portandola alla normalità, una situazione ereditata non affatto felice, sia in termini di deficit infrastrutturali e dei servizi, sia dal punto di vista della rigidità finanziaria dell’ente. E sarà questo il punto di partenza con cui ci proporremo alle prossime elezioni, per continuare con un secondo mandato per far fare un salto di qualità a Fiume Veneto, raccogliendo sfide ambiziose e concretizzando progetti che facciano la differenza. Quindi sì: nonostante una situazione ben peggiore di quella ipotizzata durante al scorsa campagna elettorale e tre anni di emergenza su cinque, abbiamo fatto quello ci eravamo imposti. E siamo pronti a sviluppare nuove idee.

 

Pensava che fosse facile la missione a Fiume Veneto?

Non ho mai pensato che fosse facile la missione nel paese dove sono nata e cresciuta. Conoscevo le sue esigenze e i suoi problemi amministrativi, grazie anche a mio padre che si è sempre interessato a questo mondo. In più, una pandemia nel mezzo e l’inflazione si sono abbattuti sul Comune molto pesantemente, riversandosi giocoforza sulla programmazione.

 

Lei ha toccato un punto molto importante che ci ha coinvolto tutti: la pandemia. Come si è sentita e come avete reagito come Comune?

La situazione era surreale. Partendo da un elemento molto semplice: il mio ufficio è circondato da vetrate e si affaccia sulla strada. Da un giorno all’altro, in strada, non c’era più nessuno. Non c’erano bambini che andavano a scuola o all’asilo, non c’erano ragazzi che frequentavano l’oratorio, non c’erano adulti che passeggiavano, non c’erano persone che entravano in comune. Ecco, questa è l’immagine impattante che ho avuto subito del Covid e di come ha stravolto le nostre vite.

È stato complesso gestire la conflittualità che si stava creando, soprattutto nel periodo delle restrizioni imposte e delle limitazioni delle libertà personali, conflittualità che non va mai bene, ben che meno in un paese di 12.000 abitanti, dove veramente ci si può conoscere tutti.

 

Come sempre ci sono momenti belli e brutti, con altrettanti effetti o positivi o negativi. Ce ne potrebbe fare un esempio da punto di vista sociale e amministrativo?

C’è sicuramente stata una ripresa della socialità: vedere ripartire le sagre di paese, le attività sportive, le attività del centro anziani, il pranzo comunitario e altre attività hanno reso possibile questo ritorno a una tranquillità e serenità.

Per quanto riguarda l’attività amministrativa, la possibilità di riprendere gli incontri in presenza, da non considerare una banalità. Una delle difficoltà riscontrate nel 2020 e nel 2021 è stato il dover utilizzare dei metodi di approccio alle problematiche, quali le videoconferenze, che hanno rallentato i processi. Le riunioni in presenza sono decisamente più efficaci nel concretizzare progetti e idee, ma è stato molto difficile, perché se solo uno dei partecipanti contraeva il Covid, saltava tutto e si perdevano settimane.

Quindi le notizie positive sono il fatto di aver potuto rincontrarsi e di aver potuto procedere spediti sulle grandi opere, come i lavori nella nostra scuola media, ma anche l’ambizioso obiettivo di una nuova viabilità comunale esterna ai centri abitati.

 

Nella sua vita privata, questo incarico è stato un peso o è riuscita a dedicare tempo ambo le parti?

Se da un lato il mio essere avvocato mi ha aiutato molto, dall’altro l’attività professionale e la vita privata è stata molto sacrificata. Non me ne rammarico e vorrei riuscire a spiegare questo concetto: quando ho deciso di candidarmi a Sindaco ero consapevole delle importanti responsabilità che mi sarei assunta. Ancora adesso lo sono e sono molto serena nell’accettare dei compromessi sul tempo e sull’energia dedicati sia alla mia vita personale che a quella professionale. Perché quando la passione ti guida, il dedicare la gran parte del proprio tempo a fare il Sindaco non è né un peso, né un sacrificio, ma una scelta di vita.

 

Ha mai avuto paura di fallire?

Si, sicuramente. Partivo da un presupposto: il voler ricercare il consenso di tutti in un’idea o in una proposta. Quindi ho cercato di mitigare questo timore di fallire o di non centrare la volontà dei cittadini facendo due cose: confrontandomi con la mia squadra e con la partecipazione, intensa come spiegazione verso gli interlocutori, del percorso che ha portato a una decisione. Sono molto convinta che, se anche un cittadino non condivide un’idea o un modo di approcciarsi a un problema, illustrando le motivazioni che hanno portato a quella scelta, può comunque non cambiare posizione ma almeno ne è più consapevole.

Cerco di non avere paura quando devo spiegare bene le cose e le scelte decise e, soprattutto, cerco di lavorare con coscienza.

 

Propositi per il prossimo anno?

Il 2023 sarà l’anno in cui questa amministrazione si proporrà per il rinnovo, sarà un anno in cui lanceremo diverse idee e progetti ambiziosi, un anno che ci vedrà illustrare come vediamo il futuro per Fiume Veneto. Ho potuto contare – e potrò ancora contare – su una squadra coesa e infaticabile, che si è sempre resa disponibile tutti i giorni per lavorare in favore della comunità. Questo è un aspetto per nulla scontato, fondamentale per raggiungere obiettivi importanti. E l’abbiamo dimostrato con i fatti e con i numeri.

In questi cinque anni di mandato, la ricchezza più grande è stata poter conoscere di più la nostra comunità, le persone e i loro valori. La consapevolezza di avere a fianco tanti cittadini, che si spendono per il prossimo grazie alle associazioni e al volontariato, è una carica per affrontare il 2023 e i prossimi anni, giorno per giorno.